venerdì 22 gennaio 2010

SOS Haiti, quando l'aiuto elimina l'aiuto


Dal 1791 - data della cerimonia del Bois Caiman, durante la quale fu lanciato il programma della prima ed unica rivolta degli schiavi al mondo che si sia conclusa c
on la creazione di uno Stato indipendente e moderno – Haiti, sinonimo di "terra alta", non smette di conoscere delle serie di shock socio-politico-culturali alle quali si mischiano in questi ultimi tempi dei violenti fenomeni naturali.
È per puro caso che nel 2002 il responsabile dell'assoc
iazione Malaki ma Kongo si ritrovò ad Haiti e, in collaborazione con le comunità locali di base, creò un'antenna haitiana della stessa associazione.
Malaki ma Kongo non promuove soltanto le radici della cultura africana, ma dal 2008 ha anche lanciato nell'ambito vuduista* haitiano un programma di "Movimento Radici e Sviluppo duraturo".
Stimiamo che se nella logica giornaliera ciascun haitiano provasse ad incorpora
re degli
elementi di sviluppo duraturo, potremmo aspettarci dei cambiamenti positivi per Haiti. La miseria che si vive nell'isola in questi ultimi tempi è il più grande focolare d'incubazione di tutte le
ignoranze devastatrici.

Quando la Comunità Internazionale parla di aiuto ai paesi del Sud, si tratta troppo spesso di un aiuto orientato, controllato, una specie di spada di Damocle che incarcera gli Ultimi in un sistema di sfruttamento per il profitto del portatore di aiuto.
A proposito dell'aiuto che Malaki ma Kongo intende portare ad Haiti, il nostro augurio principale è che questo aiuto abbia per missione di eliminare il bisogno del beneficiario di ricorrere di nuovo all'aiuto.

All'epoca del nostro ultimo soggiorno a Port au Prince, appena dopo il disastroso passaggio dell'uragano nel 2008 e mentre stavamo facendo in generale il punto della situazione di Haiti, abbiamo notato due fatti:
- Le montagne stanno cedendo e dopo una pioggia le vie e i letti dei fiumi e dei torrenti si
riempiono di ghiaia di ogni sorte e dimensione. Abbiamo notato che nella superficie terrestre dell'area geografica compresa tra Port au Prince fino al di là di Jacmel e parimenti della strada che conduce fino alle
montagne di Belle Fontaine, - ossia per un raggio di 200km nelle zone che abbiamo visitato - il suolo è molto ghiaioso. Le crisi socio-politiche di questi ultimi tempi che spingono la popolazione a un disboscamento massiccio, fino alle creste delle montagne, alla ricerca di legna di bosco da ardere per cucinare, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le infiltrazioni dell'acqua piovana che trascinano a valle la terra e la sabbia che teneva unite le masse ghiaiose, ha minato le fondamenta delle case ed un terremoto di magnitudine 7.00 ha dato il colpo di grazia ad Haiti, attraendo così lo sguardo critico della comunità internazionale.
Dopo questo dramma del sisma, la problematica dell'aiuto e della ricostruzione ad Haiti è minato da una parte dall'insoddisfazione della Francia - vecchia colonizzatrice che malgrado il fatto che Haiti abbia pagato dal 1804 al 1825 il risarcimento sine qua non dei coloni, co
n la cifra di ben 90.000.000
di Franchi Oro, ossia 21.700.000.000 $, non digerisce, anche dopo 200 anni, che un gruppo di schiavi Neri rivoltosi abbia coperto di ridicolo l'esercito più potente dell'epoca, quello di Napoleone Bonaparte. Dall'altra parte c’è Obama, che non vuole solo redimere il suo Premio Nobel
per la Pace macchiato dalla guerra in Afghanistan, ma anche tappare i buchi della povertà dei paesi vicini, che sono gli anelli deboli da dove possono infiltrarsi i terroristi islamici che potrebbero nuocere agli USA.

Le problematiche dell'aiuto umanitario dopo le catastrofi create dagli uragani ad Haiti
Secondo Elien Isac - Presidente di Malaki ma Kongo-Haiti, il modo di distribuzione degli aiuti umanitari dopo le catastrofi create dagli uragani nel 2008 fu disastroso. L'alta società assunse la parte del leone, impossessandosi di tutto, ed il popolo più povero si è accontentato delle briciole.


La comunità locale ha criticato anche i favori di cui sono state oggetto le chiese cristiane di vario genere, quando invece le chiese tradizionali e loro comunità non hanno beneficiato di nulla. Gli haitiani più tradizionalisti hanno vissuto questo fatto come una specie di invasaione e dominazione.
Tutto ciò potrebbe apparire senza senso, ma è il frutto della cattiva ripartizione degli aiuti umanitari, che hanno privilegiato l’alta società e abbandonato completamente le classi più povere, che rappresentano il 90% della popolazione.
Così troverete in Haiti una differenza sociale talmente grande che sembra essere un prolungamento del sistema schiavistico.
Troverete delle persone estremamente ricche accanto a delle persone estremamente povere. Dato che il paese è povero, circondato totalmente da un blocco ereditato dal peso della storia, come possono spiegarsi queste ricchezze colossali?

Realizzazione di Malaki ma Kongo-Haiti
Al di là delle attività culturali legate alla Promozione delle radici della cultura africana (Danza Folcloristica, Musica da corno, Teatro, Tamburo, Pittura, festival), Malaki ma Kongo-Haiti anima alla Radio “Planèt Kreyòl” l'emissione “Kilti Kreyòl” (cultura creola). Durante questa emissione,
indirizzata al popolo vuduista, si parla in generale della cultura, della protezione dell'ambiente naturale, dei casi di società, ma soprattutto si insegna alla popolazione che mancano dei mezzi finanziari, le possibilità di curarsi con le foglie, le scorze degli alberi e le radici.
Anche, Malaki ma Kongo-Haiti, preoccupato dall'abbandono delle comunità di base da parte del
Potere centrale dello Stato, ha creato l'ONG C.O.A.B. , Cécile Organizzazione di Aiuto a Belle Fontaine. Una della prima azioni della loro lotta è di spronare i decisionisti a dare i mezzi di lavoro alla popolazione diseredata: pale, zappe, machete, semi, carriola, borse di viveri, olio, sale ed altri.
Il problema qui non è la mancanza di materiale, piuttosto è la mancanza di mezzi, di infrastrutture, poiché gli uragani hanno tutto distrutto.


Occorrevano degli uomini animati di forte volontà per raggiungere queste popolazioni dunque.
Alla luce di questa esperienza e per evitare di rivivere lo stesso drammatico scenario del 2008, la nostra associazione stima che è meglio implicarsi direttamente e giocare questo gioco di corridoio di trasmissione tra il potere centrale e le popolazioni di base utilizzando i nostri partners sul
campo. Col tempo potremo estendere ad Haiti il programma di turismo responsabile "Malaki Live" che già facciamo in Africa, per dare la possibilità a ciascuno di andare a verificare le cose sul campo.



SOS Haiti, quando l'aiuto elimina l'aiuto
Stimiamo che questo aiuto sarà utile solamente se lo si affronterà in una prospettiva di lungo termine, quindi un aiuto che eliminerà l'aiuto al posto di trasformare i haitiani in un popolo dall'eterna mano tesa.
Per raggiungere questo scopo è stata messa a punto una cellula di crisi denominata “SOS Haiti-Malaki ma Kongo” e a questo scopo è stato aperto un conto PayPal che facilita le donazioni online.
Così l'associazione Malaki ma Kongo fa appello alla vostra generosità per aiutare i feriti di Montagne Noire e di Belle Fontaine, quartieri nell'entroterra di Port au Prince e della
periferia, spesso dimenticati dagli aiuti umanitari, e dove Malaki ma Kongo-Haiti è installato dal 2002.
I fondi che stiamo raccogliendo per questo programma di emergenza serviranno a:
1- cure di emergenza ;
2-attualizzare il programma di accompagnamento nei campi educativi, agricoli ed i piccoli allevamenti;
3-creare una unità interna di aiuto e di micro credito per auto sostenersi.


Aspettiamo il vostro sostegno via:
A - Carta di credito o Paypal:
http://www.malakimakongo.net/index_IT.htm
B - bonifico bancario:
conto di Malaki ma Kongo presso Banca popolare Etica, Italia
IBAN:IT 07 X050 1811 8000 0000 0511 470
Causale: SOS Haiti

Grazie di cuore a tutti quelli che c'aiuteranno.
Il nostro augurio è non solo di curare i feriti ma soprattutto di trovare insieme una base di avanzamento per uno sviluppo duraturo. Se le persone non hanno nessuna base strutturale e materiale, tutto l'aiuto umanitario evaporerà in poco tempo come una pioggia caduta nel deserto.
Il nostro augurio è che le comunità di base di Belle Fontaine e di Montagne Noire, 50.000 persone circa, trovino nel sostegno che la comunità internazionale va a portargli, la partenza per uno sbocciare individuale e comunitario e che un giorno sia questa popolazione haitiana a sostenere le altre popolazioni nel mondo, come ha già fatto in passato.

Questo mondo è unico, prendiamone cura.

Per maggiori notizie visitate i nostri siti e blog, SOS Haiti,
http://soshaitimalamakimakongo-it.blogspot.com/
http://malakimakongo.blogspot.com/
http://www.malakimakongo.net/

+39 349 33 29 339
info@malakimakongo.net
www.malakimakongo.net/

Mfumu Kahunga Muana Nsundi
Masengo ma Mbongolo


*Il vudu haitiano è in sostanza la cultura tradizionale stessa del paese, che va dalla religione al cibo alla medicina tradizionale. Lo stereotipo del vudu inteso come magia nera è di antica data e dovuto sia ad un'errata interpretazione occidentale di costumi e fenomeni difficilmente comprensibili al mondo occidentale appunto, sia ad una politica di screditamento nei confronti di Haiti messa in atto da quegli stessi paesi occidentali che non sono più riusciti a riprendere il dominio dell'isola haitiana.